:'>70 LA DALMAZIA ampi magazzini vennero depositate migliaia di armi, talune preziose, tolte ai bosnesi, agli erzegovesi, ai dalmati. Altre migliaia,, rimpiazzate da consimili di minor valore, adornano oggidì le panopolie private di uffiziali austriaci. Esco dalla fortezza sterminata per respirare un po’ d’aria libera, mi fermo ancora un istante sulla piattaforma per ammirare il panorama spettacoloso di Spalato e dintorni; poi scendo alla vettura e proseguo il viaggio. * * * Da Glissa a Sinj, il paesaggio, abbastanza uniforme e scevro d’interesse, si svolge attraverso due o tre altipiani rocciosi, quasi deserti. Le ore del viaggio si raddoppiano. Incontro una carrozza chiusa e in essa l’avv. Forlani di Spalato, una delle menti più illuminate ch’abbia dato la Dalmazia. Prima d’arrivare a Sinj, faccio un altro incontro stranissimo : in piena campagna, a venti metri dalla strada, a sinistra, scorgo ravvolti in un ampio mantello nero due esseri misteriosi. Ma il mantello, non è tanto lungo da non permettere di ravvisare che in esso sono ravvolti un uomo ed una donna : quest’ultima in gonnella di seta nera : tuttedue calzano scarpini di lacca: vicino a loro scherza un cagnolino nero. Chi erano mai e perchè tanto gelosi dei loro connotati? Non l’ho risaputo mai. Accompagnarono con lo sguardo la mia vettura per lunga pezza, e quando ritennero d’aver salvato il loro incognito, deposero il mantello e si misero a folleggiare nell’aperta campagna. Era l’ora sentimentale del tramonto... Poco dopo, ammiro la superba campagna e le praterie sterminate di Sinj, inondate dal fiume Cettina. La mia vettura entra nella più florida borgata della Dalmazia montana, ne attraversa la bellissima piazza, su cui passeggia l’elemento civile del paese, e si ferma dinanzi ad un albergo decente. Faccio un po’ di toeletta sommaria ed esco.