356 LA DALMAZIA gazza » tra i morlacchi è una misura opportuna d’economia, non già una bravata medioevale, come taluni lo interpretano e come forse sarà stato, in casi eccezionali, nei tempi passati. Un’altra festa caratteristica del morlacco e, in generale, degli slavi balcanici, è il krsno ime. Come a nozze, al krsno ime, ch’è il giorno commemorativo in cui la famiglia abbracciò il cristianesimo, si banchetta, si gozzoviglia, si fa orgia. In certe famiglie la festa dura parecchi giorni. Ora meno: la festa del krsno ime va in disuso, causa la crisi economica dei morlacchi. Così pure, la festa del pobratimstvo dava occasione a banchetti epici : due morlacchi si facevano fratelli d’elezione, pobratimi, e, dopo la funzione prescritta, in chiesa, si davano all’orgia, interminabile. Anche il pobratimstvo è in decadenza. Un pobratim poteva, e può anche oggidì, contare in via assoluta sulla parola del suo fratello d’elezione: essi giurano sul vincolo che li lega, per la vita e per la morte, come due sposi su quello del matrimonio. Il morlacco diventato domaein, capofamiglia, tratta la sua moglie con suprema indifferenza. Se, durante i mesi in cui amoreggiavano, le faceva comprendere la ragione del suo amore unicamente con pugni e forti pizzicotti — ne riceveva, del resto, in ricambio anche lui —■ figuratevi come la tratti quando è già divenuta una sua « cosa ». Egli non sente affetti teneri, nè amore, nè slanci del cuore per fti sua donna: essa è per lui uno strumento pacificatore dei sensi, un animale utile, la vittima della famiglia. Non le dorme vicino: se d’inverno, egli dorme a preferenza nella pojata, solo; se d’estate, sotto una quercia. In certi paraggi invece di chiamare la moglie — gena, la chiama stopanjica, ossia « colei che segue le pedate » (stope), perchè, in villaggio o in città, voi non vedrete mai una morlacca a fianco del suo marito, ma sempre a qualche passo di distanza, dietro a lui: essa