IN PIENO ADRIATICO 145 crocifisso ed anche dalla borgata, ove non pure gli uomini sfoggiano un’ intelligenza eccezionale, ma le donne godono rinomanza di avvenenza, di grazia, di fascino irresistibile. Uscendo dal golfo di Cittavecchia, il piroscafo si dirige ad ovest, gira il capo Pellegrino e, dopo breve tratto, entra nell’affascinante porto della città di Lesina, capoluogo dell’isola. Eccoci nella decantata Madera dalmata, il sogno dell’igienista, il sospiro del poeta, la visione di chi adora l’idillio. È una zona soleggiata, riparata da tutti i venti, con le isole Spalmadori a sud-ovest che, senza toglierle i benefizi del mare, la preservano dalle sue ire. Lesina, l’antica Pharia — nome che gli slavi le mantennero religiosamente nella leggera modificazione di Hvar — godeva sempre rinomanza di stazione climatica e la gode tuttora. Ma il mondo oggidì essendosi impigrito, alle bellezze del cielo e della plaga preferisce gli incanti dell’arte, del conforto, dello svago, dei mille comodi creati dai nostri nervi esigenti. Abbazia, confronto a Lesina, è un’arida steppa ; ma è più di Lesina ricercata dall’aristocrazia sofferente, unicamente perchè più facilmente accessibile. In un’epoca non lontana, quando un brigantino arrivava dall’Europa in America in tre mesi, la cronaca marittima registrava codesto viaggio come un successo. Oggidì, se un piroscafo velocissimo ci mette, per lo stesso viaggio, più di venti giorni, si grida allo scandalo, all’indecenza, al regresso. Da Trieste si arriva a Lesina in meno di 30 ore. E pure quella Madera autentica, in pieno Adriatico, corre rischio di non diventare mai una stazione climatica di rango europeo. Dal cassero si ammira il bel lido di Lesina che si prolunga d’ambo le parti della città in due magnifiche passeggiate lungo il mare, in una plaga incantevole. Io, finché