LA DALMAZIA bioncello, la deliziosa Orebich. Lungo la riva della borgatella una serie di splendide palazzine, di parchi, di giardini privati. Un’oasi affascinante, co’ suoi dintorni romantici, col suo cielo incantevolmente puro. Aveva, per secoli, il monopolio dell’industria marittima, e, fino a pochi anni fa, la Società marittima di Sabbionceìlo, con residenza a Orebich, slanciava i suoi navigli a vela nelle più lontane contrade. La Società dovette liquidare, causa le condizioni miserrime della marina a vela. Fortunatamente, quei di Orebich non si scoraggiarono : continuano a dedicarsi al mare e in pari tempo badano all’agricoltura, ritraendone i migliori risultati. Troverete ad Orebich una società elettissima di perfetti gentiluomini, di vecchi lupi di mare, di gente ch’ebbe contatti con popoli civili e progrediti. Facciamo una gita fino al convento dei frati francescani, sul monte Sant’Elia. Stupenda la prospettiva che vi si gode, della campagna rigogliosa, dei boschi e della celebre Badia di Curzola, delle molte isolette, onde è seminato il canale. Il convento è del xv secolo, ma non presenta pregi archi-tettonici. Yi si conserva l’immagine miracolosa della Madonna degli Angeli, trasportata — così pretende la leggenda — in quel punto dalle onde, prodigiosamente. * * * Lasciamo la ricca Orebich. Il piroscafo, proseguendo il suo viaggio, lascia a destra il mare aperto, a sinistra la superba vallata Giuliana, ed entra nel canale di Meleda. In fondo a quel canale, all’altezza della punta estrema meridionale di Meleda, il mare è seminato dall’arcipelago dell’ex repubblica ragusea che, con la riviera occidentale di Bagusa, forma un canale lungo e sicuro. Entriamo in esso per le cosidette Bocche false, tra lo scoglio Olipa e l’isola Jakljan, ed an-