KNIN 417 con superbi effetti di luce e di scliiuma, nasce il fiume Krka, ben noto agli alpinisti per le sue quattro gigantesche cascate di fama mondiale. Le acque del Krcic formano, cadendo, un gran ventaglio bianco, una parete che nasconde un vortice e una grotta. Con una barchetta si può penetrare nella grotta, girando la parete schiumeggiante, e ci si trova alle sorgenti del Krka. D’inverno, la cascata del Krcic, gelandosi, forma, ai raggi solari, scintillìi meravigliosi. Da quel punto, lo sfondo della gola è rallegrato dall’apparizione di Knin e della sua fortezza, dai tetti rosseggiarti, sulle rive del Krka, in mezzo ad un paesaggio verdissimo. Un paio di chilometri ancora, e la vettura entra nella parte più moderna della borgata, costruita appunto lungo la riva destra del fiume su detto. L’unica via principale di Knin è molto vasta ed in essa è concentrato il movimento commerciale e mondano del paese. Alcune case bagnate dal fiume e costruite quindi su terreno alquanto cedevole sono coperte da assicelle, per renderne meno pesante il tetto. Hanno poi un’altra particolarità di cui m’accorsi appena entrai in una di esse, dove presi stanza: avendo il terreno ceduto da una parte, le case s’inclinarono sensibilmente verso il fiume, determinando nelle stanze una differenza notevole di livello. Così che, passeggiando in esse, sembra di trovarsi in una barca: chi non è abituato, ne ritrae un’impressione strana d’orgasmo, un senso di perplessità. E tutto vi sta a sghimbescio: i mobili, il letto, le finestre, la porta, il tetto, il catenaccio. Poiché è certo che tali case, prima o poi, dovranno crollare, non comprendo come gli inquilini vi possano dimorare, senza raccomandarsi in permanenza l’anima a Dio. Il resto della città sorge a ridosso del colle fiorito, in cima al quale s’erge la vecchia fortezza, dalle proporzioni colossali. È la vecchia Knin ad anfiteatro che vide molte peri-