TRAI! 93 Fu per me come una rivelazione deliziosa. Volli visitare tutto l’edifizio: le sale di studio ove il grande dalmata apprese i primi rudimenti di filosofia; il dormitorio dove dormì e forse sognò i primi sogni di gloria letteraria; il giardino dove respirò l’aria balsamica di quell’isola. Ora le sale a pianterreno sono ridotte ad ospizio per i poveri. Su due letti meschini giacevano due infelici malati. Ci chiesero un po’ di carità. Chi mai avrebbe potuto rifiutargliela, per la memoria del filosofo generoso? Più in su, sur un’alta vetta dell’isola Bua, visitiamo il convento dei Dritti, un dì celebre ed abitato da numerosa famiglia di religiosi. Presentemente la famiglia è ridotta ad un frate solo, il padre Zarberini, amatissimo dai traurini, per il suo carattere vivace e gioviale. Si può, del resto, rinchiudersi in un monastero, quando esso presenta uno dei più magnifici panorami che mente di poeta possa sognare. La chiesa annessa gode fama secolare nella coscienza dei fedeli, e le belle penitenti corrono preferentemente al confessore dei Dritti « perchè — mi disse qualcuno •— in paese corre la tradizione d’una tragedia domestica, avvenuta in seguito ad una indiscrezione di un confessore traurino ». Ma il vero panorama « psicologico » di Traù, della sua fertilissima campagna, dei suoi dintorni, si gode dalla Draga. Così è chiamata un’altura a un paio di chilometri da Traù, sulla strada che da Traù, attraverso un altipiano roccioso, un vero Carso, conduce a Sebenico. Vi ci rechiamo in carrozza, in un pomeriggio chiarissimo, dopo di aver visitato ed ammirato il giardino dei Fanfogna-Garagnin, ricco di palme, di agavi, di altre piante tropicali. La carrozza si ferma alla Draga, ed io contemplo estasiato quell’orizzonte sfolgorante. Penso a Byron e alla sua penna. Sotto di noi, a destra, il celebre porto Saldone, in