A BORDO DELL’ « IRIS >’ 17 Intanto la conversazione s’era talmente animata che nessuno s’accorgeva del galoppo finale dell’ « Iris ». Si navigava in pieno Quarnero, con un mare agitatissimo. Io pure, ascoltando quel chiacchierìo storico, avevo dimenticato le proteste dei miei nervi e mi sentivo meno male del solito. Senza quella diversione al mio spirito, avrei concentrata la mia attenzione sul mal di mare e ne sarei rimasto vittima. Ecco come, talvolta, una distrazione spirituale può attenuare un male fisico; nè è la prima volta che mi occorra di fare una simile riflessione. — Perchè, dunque, se la Dalmazia è un paese tanto notevole, non viene maggiormente illustrata? — insistette la signorina francese. Il passeggero americano che, fino allora, era rimasto silenzioso, fece osservare alla signorina che la letteratura inglese contava opere monumentali sulla Dalmazia e ch’egli ne possedeva qualcuna. — Ho veduto i disegni del palazzo di Diocleziano a Spalato, eseguiti, nel secolo scorso, dall’archeologo inglese Adam, un’opera davvero colossale. Poi, posseggo i tre volumi, di data recente, del Jackson che illustrò valorosamente ogni sasso storico di Dalmazia. Noi, inglesi, abbiamo una biblioteca intera sulla Dalmazia, libri scientifici, monografie, volumi descrittivi, ecc., di sir Gardner, del Wilkinson,- del Freeman e di molti altri. La Dalmazia è popolare tra noi, neH’America del nord, e tutti gli anni parecchi miei connazionali si recano a visitarla. Io ne sono curiosissimo. — Invece, la letteratura italiana scarseggia di lavori sulla Dalmazia — fece il comandante. — Tranne i manuali statistici rimarchevoli del compianto Maschek e il « Bullettino di archeologia e storia dalmata » che, da 14 anni, si pubblica a Spalato, non mi consta ci siano opere complete sulla