106 LA DALMAZIA sostenuto un tetto, o qualsiasi altra costruzione superiore, ma che invece furono sempre un colonnato aperto, come lo sono ora. La vittoria architettonica consiste nella fusione estetica della colonna coll’arco, il quale sorge direttamente dal capitello. Prima di Diocleziano, le colonne sostenevano cornici diritte, o, tutt’al più, la cornice, posando sulla colonna, si svolgeva poi ad arco. Quest’ultimo fu un tentativo di cui abbiamo un saggio nel portale dell’atrio e che appunto perciò porge una forma architettonica alquanto goffa e pesante. Si deve al caso, o al senso artistico di Diocleziano il trionfo riportato nella costruzione del peristilio? Comunque, è un fatto indiscutibile che lo stile romanesco e il gotico devono la loro origine a quell’innovazione dioclezianea. Questo è il momento estetico più rimarcato dagli intenditori. Essi non esitano a dichiarare che la fusione armonica dell’arco con la colonna, come la vediamo nel peristilio, fu il più grande perfezionamento che sia stato mai eseguito d’un colpo solo in tutta la storia dell’architettura. Nel peristilio si trovano conciliati i due principii che, nella prima architettura romana, erano in conflitto: si era trovato un uso della colonna greca coerente col principio romano di costruzione. Ogni sasso del peristilio tradisce l’impronta severa della finitezza e dello sfarzo. Si sa che il colonnato superbo era formato da colonne di granito rosso, portanti cornicione e archi di marmo candidissimo. Ora ogni cosa ha la stessa vernice grigia del tempo. Si sa pure che l’atrio rotondo, oltre a statue e ad ornamenti preziosi, sfoggiava internamente affreschi dei pittori più festeggiati dell’epoca, e che il suo lucernario era ricoperto maestosamente con strati di porpora. È un po’ difficile ricostruire con la fantasia la pompa imperiale di quel tratto della magione, e il fasto del cerimoniale