238 LA DALMAZIA venti soldini il chilogrammo, e lo rivendono poi, in pacchetti da quattro soldi, in ragione di due fiorini il chilogrammo. — Dimmi ancora, buon uomo : oggi stesso vorrei ritornare a Metkovich. Ci sarebbe da prendere a nolo una vettura? — Ce ne sono parecchie, signore, ma tutte sono impegnate per i begovi (plurale di beg: principe, signore, nobile) Xapetanovic di Vitina. — Dove sta Vitina? — A pochi chilometri da qui : è il feudo di quei ricchissimi signori turchi. — E non hanno vetture proprie? — Ne hanno molte. Ma un figlio di quel casato prende moglie e, per parte dello sposo, stamattina centinaia di sveltovi (compari e paraninfi) si recarono, in vettura o a cavallo, incontro alla sposa che viene dalla Bosnia. — Sono, dunque, ricchi? — Tra i più ricchi e più influenti della Bosnia e del-l’Erzegovina. Il loro patrimonio si calcola a cinque milioni di fiorini. Un fratello è consigliere aulico a Sarajevo, con dodici mila fiorini di paga all’anno. — Mi sorprende !.. — Non vi sorprenda nulla. Codesti begovi, cristiani rinnegati, sono capaci di tutto, dal momento che, dopo Kos-sovo, per conservare il loro patrimonio, rinunziarono alla fede dei loro avi... * * * Mostar. Due sole ore di ferrovia. Valeva la pena di accingersi anche a quell’escursione, non fosse altro per vedere il celebre ponte di Traiano, il ponte delle fate. Lungo la strada, parecchi paeselli erzegovesi, abbastanza scevri di pregi pittorici. Uno solo emerge deliziosamente: Pocitelj. Incavato in un colle, sorge