46 LA DALMAZIA nierismo ornamentale nel trattare l’esterno che aveva cominciato a fiorire a Pisa e Lucca. Il campanile, non finito, è di buon stile romanesco. Aveva principiato ad erigerlo a sue spese l’arcivescovo di Zara, Va-laresso, ricco patrizio veneziano, e doveva gareggiare con quello di San Marco. Ma quando i di lui parenti s’accorsero ch’egli in quell’impresa avrebbe sciupato un patrimonio, gli sospesero l’appannaggio. Così il campanile non raggiunse che il primo piano, e tale rimase sino ai nostri giorni. Ora però, raccolto il danaro necessario, si stanno costruendo i tre piani superiori e la lanterna, dietro disegno del celebre Jackson. Vedremo poi come il prelato veneto se ne sia vendicato. Il coro della cattedrale, innalzato sopra la cripta, è circondato da magnifici stalli del cinquecento che ricordano la cappella di King’s College, o di Winborne. Interessanti le colonne della cripta, con basi lavorate, ma con capitelli affatto greggi, la di cui forma indicherebbe che fossero stati scolpiti nel piti ricco stile bizantino. Malgrado tutte le sue incongruenze generali e le alterazioni posteriori — e i bruttissimi festoni di seta rossa che coprono quasi in permanenza le colonne e la cornice ornata sopra le arcate ! — il duomo di Zara è un modello rimarchevole del suo stile. Il nome di s. Grisogono, monaco e martire, tenuto in gran venerazione a Diadora, ai- tempi di Qostantino, si conserva ad una chiesa mirabile nello stesso stille romanesco, come il duomo, ma lo sorpassa nella grazia squisita delle tre absidi, secondo i migliori modelli dello stile comune all’Italia e alla Germania. Internamente, la disposizione della basilica triabsi-dale è perfetta: la fila di colonne è interrotta da due paia di pilastri più massicci, formanti gruppi di tre, o due archi. Strano che la data di questa chiesa elegantissima rimortti soltanto al 1107. Ciò indica quanto in Dalmazia fosse radi-