I MORLACCHI 349 disegni : le scarpe, od opanci, di una originalità spartana, consistono d’una suoia di cuoio bovino e di alcune striscie di pelle secca di montone, opute, che formano la parte anteriore della scarpa ; una oputa più lunga delle altre passa più volte intorno ai garretti e tien ferma la scarpa. Invece del krozet, o sopra di esso, alcuni portano la jacerina, una giacchetta di panno rosso, senza maniche, ricoperta anteriormente da piccole borchie di stagno, iliJci, o da grosse palle d’argento, tokc, o da file di talleri e di altre monete. E sopra il pas, portano la pasnjaca, una fascia di cuoio rosso da coprire una parte dello stomaco e del ventre, a varie divisioni, dove, un tempo, portavano le loro ricche armi — pistole, coltelli, hangiari — rimpiazzate ora dalla pipa, dal nettapipe, dalla britva, che è una scimitarra microscopica con manico d’osso, e da un piccolo coltello con guaina. In fine c’è il koporan, o giacchetta con maniche, di panno turchino, con ricami ai gomiti e sulla schiena: rari mor-lacchi la portano. Come vedete, nel vestito morlacco predominano i colori bianco, rosso, turchino. Nella forma del suo vestito, il morlacco è conservatore per eccellenza : rari azzardano smettere d’estate i pesanti henevreci ed indossare brache più sottili, di una tela turchina speciale, chiamata regadin ; e rarissimi smettono d’inverno gli opanci che non preservano i piedi dall’umidità, per calzare un paio di filare, una specie di babbucce turche. Ma basta guardare in viso un morlacco e studiarne la struttura fisica, per comprendere ch’egli dev’essere abbastanza insensibile a qualunque capriccio del termometro ; tranne che nei distretti di Imoski e di Sinj, dove raggiunge proporzioni gigantesche, egli è di statura media, ma tarchiato, muscoloso, slanciato, dalla ciera abbronzita e sana ; talvolta ha la pelle rugosa, ma mai floscia, neanche a tarda