KNIN 419 dati dal generale Molitor, entrarono per Knin in Dalmazia. Ma i fasti di quella roccia fortificata rimontano a secoli anteriori. Knin è il Ticinum delle cronache latine, e vuoisi che sorga sulle rovine dell’antica Arduba, distrutta dal condottiero romano, Germanico. Narra Dione Cassio che gli abitanti di Arduba fecero disperata resistenza all’aquila romana, e che le donne preferirono morire tra le fiamme, o precipitarsi nelle acque del Krka, anziché assoggettarsi al giogo romano. La struttura della foltezza, a varie sovrapposizioni, accenna alle sue vertiginose vicende militari: contribuirono a fortificarla ed ampliarla gli ungheresi, i veneziani, i turchi, i francesi, gli austriaci, popoli che n’ebbero il possesso e la difesero per epoche più o meno lunghe. Nel 1688, l’il settembre, truppe veneziane e dalmate, dopo 14 giorni d’assedio e ima lotta disperata, ne cacciarono i turchi, per sempre. In quel fatto d’armi glorioso si distinse l’eroe dalmato, Stojan Jankovich, anzi si attribuisce a lui il merito dell’ar-resa a discrezione della guarnigione turca. Il suo solo nome terrorizzava i turchi. Che stupenda figura storica! Avrò occasione di dedicarle altrove alcune linee. Col Jankovich emergono, nella storia dell’eroismo dalmato, il conte Mladen di Bribir e il celebre Nonkovich della Narenta. È accertato che il primo s’intitolava, in una certa epoca, re di Dalmazia e che ne possedeva un gran tratto, da Zara fino ad Almissa e Duare. Le benemerenze poi del serdaro Nonkovich verso la Serenissima sono raccolte in un grosso volume di documenti autentici conservato da un suo pronipote : ebbe titoli, onori, spade damascate e brillantate, gli speroni, insigni decorazioni e decreti speciali d’elogio dal Senato veneto. Erano anche altri tempi: molto era affidato all’eroismo personale, all’energia privata, all’iniziativa individuale: quei