SPIAGGE, MAHIXE E DINTORNI 297 assegnare una stanza, pregai l’albergatore di dare al mio cavallo doppia razione di biada, ed uscii. Non vi descrivo Trebinje: è uno dei tanti villaggi turchi, abbastanza uniforme ed uggioso. Ma a notte inoltrata, quando già dormivo, venni sorpreso da una visita inattesa. Era un delegato di polizia che veniva chiedermi il passaporto: ahimè, non ne ero premunito. Che fare ? Insomma cercai di appianare alla meglio quella seccante vertenza, e la mattina appresso, per tempissimo, abbandonai Trebinje, diretto al monastero di Duzi. Si rese celebre, nell’ultima insurrezione erzegovese, quel monastero. Fu il quartiere generale del povero Michele Lju-bibratich, l’eroe festeggiatissimo, morto recentemente a Belgrado. E non solo i religiosi di Duzi, ma tutti i religiosi della Bosnia-Erzegovina benemeritarono della storia patria e della liberazione di quei paesi dal giogo ottomano. Senza di loro, anche oggidì sventolerebbe nei Balcani l’esoso vessillo della mezzaluna. Sfido io, se doveva rendersi esoso! Nell’insurrezione erzegovese del 1851, la madre di monsignor Ducich venne bruciata viva, alla presenza del figlio. Costui divenne più tardi uno dei più invitti campioni nella lotta contro l’ottomano, ed ora vive, veneratissimo, a Belgrado. Intorno al monastero di Duzi trovai un migliaio di paesani festanti. Alcuni, in crocchio, ascoltavano religiosamente un canto del loro cieco rapsoda (guslar), altri parlavano d’affari, all’ombra di folti alberi ; altri ancora negoziavano buoi, cavalli, asinelli, o derrate alimentari. I religiosi, prevenuti della mia visita, mi fecero un’accoglienza generosissima. Come, un europeo che si degnava venir tra loro! E non sapevano, quei cortesi, che io preferivo un simile spettacolo etnografico a molte opere liriche del repertorio teatrale. — La vostra vita non doveva essere abbastanza sicura, 19 — Giuseppe Modrich. — La Dalmazia.