NAEENTÀ 203 barboni, le lizze e via discorrendo. Fino a pochi anni fa, abbondavano pure, in tutta la vallata, le piii grandiose zanzare del mondo: erano, certamente, le bisavole della specie. Si arrivò a dire che un tale, punzecchiato sulla schiena da una zanzara narentana, ne rimase gobbo vita naturai durante. — Non ci sono più zanzare nè febbri malariche, nè altre frottole ! — afferma l’egregio podestà di Metkovich, il Glu-scevich, un bel tipo che non accetterebbe neanche l’acqua santa, se non fosse del suo Narenta. Egli la beve a tutto pasto, senza filtrarla e senza che ne abbia risentito mai conseguenze perniciose. Ebbi occasione di udire, una notte, lunghi muggiti provenienti dalla sponda destra del fiume. Sembravano muggiti di tori, frequenti in estate. Siccome in quei paraggi non ci sono tori, si volle attribuire il fenomeno al gemito di aironi innamorati. Ma anche quando essi non sono in amore, si odono i muggiti. Dunque? Dunque, dev’essere un fenomeno fisico cui gli scienziati non s’occuparono ancora di spiegare. Insomma, negli eleganti locali dei due ritrovi sociali, i narentani non rifinivano di raccontarmi tutte le specialità caratteristiche della loro vallata. Con alcuni di loro mi recai, un bel giorno, sulla cima del più alto colle dei dintorni, da dove ammirai uno spettacolo affascinante : in mezzo ad una corona di monti verdeggianti, vasti prati fioriti, tratti di palude, piccoli laghi, mille canali di tutte le dimensioni, placide insenature, vigneti, filari di gelsi, casolari sparsi alle falde di monti, nitidi villaggi e miti buoi vagopascenti su quelle isole che si formano a centinaia e spariscono da mane a sera. * * * Ho conosciuto a Metkovich uno dei più perfetti gentiluomini ch’io abbia incontrato da quando viaggio : Alessandro