ZAEA 51 dei dì festivi. Assistetti recentemente ad una recita dell’iir-nani e ne rimasi altamente sorpreso, non solo per l'intelligenza musicale del pubblico, ma più ancora per lo sfoggio di lusso, per l'eleganza aristocratica nei palchetti, e per l’avvenenza delle zaratine. Rarissime città, che non siano le grandi metropoli, porgono spettacoli più sfarzosi. Il teatro era illuminato a giorno, e il fiore della cittadinanza vi s’era dato convegno e vi brillava sotto aspetto oltremodo festevole. E i listoni zara tini?... Rassomigliano, salvo la nota di modernità, al superbo quadro del Favretto. Nella via Larga, o in piazza dei Signori, vedete sfilare un mondo supremamente aggraziato : dame dal portamento principesco e maestoso, signorine vispe, gaie, slanciate come gazzelle; cavalieri galanti, perfetti, cortesissimi. Manco a dirlo, le mode più recenti, le stoffe più ricercate dànno l’intonazione all’ambiente. È un gusto squisitissimo di toelette, da gareggiare con qualunque altro centro europeo. Perfino le sartine — l’elemento immancabile d’ogni festa, d’ogni passeggio, d’ogni trattenimento pubblico — sfoggiano, nel loro vestitino, ricercatezza ed eleganza. Senonchè, appunto codesto sfoggio quasi eccessivo di lusso non è il tratto etnografico più confortante di Zara. Esso ripete la sua origine dalFagglomeramento di i. r. impiegati, privi affatto di qualsiasi concetto economico. Vivono di giorno in giorno, spendendo quanto guadagnano: non sentono l’importanza del capitale, poiché non ne hanno un’idea; precipuo loro oggetto è l’apparenza esterna, unico loro sogno dorato la promozione. Se due impiegati dello Stato si trovano assieme, potete giurare che parlano della loro prossima promozione, dovuta, si capisce, ai loro meriti superlativi... Pur troppo, le risorse economiche di Zara si basano, in massima parte, sui 150,000 fiorini mensili spesi dagli im-