ASSFTìIA E VRANA 479 chiamarono cavalieri templari, perchè ai loro fondatori venne assegnato dapprincipio un cenobio presso le mura del tempio di Salomone: il loro còmpito era di lottare per la religione e per l’innocenza. Però, il loro contegno non dev’esser stato troppo corvetto, se nel concilio ecumenico di Vienne in Francia del 1311 lordine venne aboltto e 18 templari condannati al rogo. Possedevano vaste tenute, oltre che a Vrana, a Zara, a Spalato, a Segna. Il loro convento di Vrana passò nel 1312 ai cavalieri di Rodi, gioanniti, o ospitalieri, ordine fondato nel 1095. Ma, anche dopò l’abolizione dell’ordine' dei templari, il priore del convento di Vrana conservò, insieme al suo vecchio titolo, la sua stragrande influenza in tutta la Dalmazia. Lodovico I d’Ungheria, assoggettato il castello dij,Vrana, vi soggiornò alcuni giorni, nel 1347. Quando il popolo dalmate si sollevò contro il dominio ungherese, Giovanni Pa-lisna, ultimo priore di Vrana, si mise alla testa del movimento rivoluzionario ed ebbe tali successi militari da catturare, nel castello di Novegradi, le due regine ungariche, Elisabetta e Maria, madre e figlia. Ciò avveniva nel 1382. E nel 1386, il Palisna stesso fece trucidare Elisabetta, mentre la figlia scappò alla stessa sorte per merito dei veneti. Naturalmente, gli ungheresi assediarono Vrana per punire il Palisna (1388), ma Tvarko I li costrinse a levare l’assedio e così il feroce priore scappò alla punizione. Imbaldanzito da tanti successi, si avventurò fin sotto Zara. Il successore di Tvarko I, Vuko Vuki, bano di Croazia e Dalmazia, s’impadronì del castello di Vrana e dei beni dell’ordine, nel 1392, dopo d’aver fatto prigione il priore Palisna. Nel 1409, i veneti ebbero — per 100,000 ducati — da Ladislavo re di Napoli, pretendente alla corona d’Ungheria, Vrana, Nove-gradi, Pago ed altri territori a cui si estendevano le pretese