442 LA DALMAZIA Un’altra volta si libero da un seccante viaggiatore di commercio, rileggendogli tre volte consecutive l’articolo di fondo della Neue Freie Presse... — Glie lo avrei riletto — mi disse — cento volte, finché fosse impazzito lui, o io... Un giorno se ne stava al caffè e un commesso viaggiatore gli si avvicina, domandandogli informazioni sull’ingegnere Miovic. — È morto ieri d’un colpo fulminante — gli risponde l’ingegnere — e stamattina lo hanno sepolto con gran pompa... — Peccato, mi rincresce molto ! — soggiunge il viaggiatore; — adesso non so a chi rivolgermi: avevo per lui due lettere di raccomandazione di due canonici : io sono agente d’una fabbrica di parafulmini e volevo che il povero ingegnere Miovic m’accompagnasse nei paesi vicini, per combinare qualche affare... L’ingegnere fuggì e corre ancora. I racconti umoristici di lui, detti con molta grazia e con una voce ampia da Golia, mi fecero dimenticare per un’istante gli usurai. Eimase memorabile un suo tiro birbone, giocato ad un intimo amico. A costui era morta la consorte, e numerosi amici, fra i quali appunto i coniugi Miovic. s’erano affrettati a porgergli, in quella luttuosa circostanza, condoglianze e parole di conforto. Il vedovo circondato da gente a cui premeva manifestare con un contegno serio il senso di lutto, accolse l’amico Miovic così:, — Pensa alla mia sciagura!... perderla dopo soli sette mesi!... — Sì, infatti, comprendo tutto il tuo dolore! — gli rispose il Miovic; — e ti faccio le mie profonde condoglianze! Ma pensa un poco anche alla mia sventura : io sono ammogliato da sette anni con un angelo di donna, la quale vive ancora...