146 LA DALMAZIA il piroscafo s’ormeggiava, contemplavo un geniale campanile, snello, isolato, elegantissimo, ma senza lanterna ed evidentemente di vecchia data. Sotto di esso, le rovine d’una chiesa. Seppi che, distrutto da un fulmine, nè mai più riparato, apparteneva ad una chiesa di San Marco. Sembra fatto di pizzi grigi. Bendo i dovuti omaggi alla superba piazza di Lesina, la più vasta di Dalmazia, fiancheggiata da tre monumenti architettonici rimarchevoli: ad est, la pomposa cattedrale di stile lombardo; a sud un edifizio vastissimo, il cosidetto arsenale veneto, di forme colossali e sode : la facciata al mare è sostenuta da un bell’arco di circa 5 metri di raggio: altri sette archi interni sostengono l’edifizio; nel pianterreno, un locale grandioso, i lesignani conservavano le galere che ponevano spontaneamente a disposizione della Serenissima; il piano superiore è diviso in due metà, di cui quella a levante è destinata a teatro, l’altra a sala comunale. Nel xvi secolo Lesina possedeva un teatro, e già nei primordi del xv secolo aveva scuole pubbliche con maestri che dovevano “ docere Grammatica™, et Hetlioricam et Artem Poetieam, et Scientiae quae necessitatomi ». Il fianco nordico della piazza termina nell’ammirabile loggia veneta, opera del Sammicheli, attigua al fantastico palazzo del conte. Ora è ridotta a caffè, o, per esprimerci più eufonicamente, a Cursalon. È elegantissima, a sette arcate, con colonne e guglie. Da sola basterebbe a rendere interessante la piazza, dal punto di vista architettonico. Nella stessa linea della loggia, il palazzo Gazzari del 1500, con facciata di stile gotico, con bassorilievi e colonne, contribuisce pure ad abbellire la piazza famosa. Non è, del resto, il solo edifizio di quello stile: Lesina conserva parecchie rovine nella città vecchia, due volte incendiata, nel corso dei secoli, tra