LE CASTELLA 99 mana santa, ed è abitudine antica che, di questi giorni, i coloni e i debitori portino al loro padrone il regalo di Pasqua : uova, un agnello, ecc. — E voi li ricambiate? ' — Certamente, con riso, baccalà, una focaccia, e così via. Qualcuno resta a pranzo. In generale, sono giornate in cui si regolano pure le partite pendenti coi coloni. Lo stesso avviene a Natale. Anche allora i coloni e i debitori si fanno vedere, portandoci prosciutti, o altri regali di stagione. Evidentemente, codesta costumanza è un rimasuglio degli ordinamenti feudali che si conservano, quasi nella loro integrità, in quei paraggi. Il regalo di Pasqua e di Natale non ha un valore intrinseco: è piuttosto l’atto d’omaggio del colono verso il padrone. Ed ho osservato che talvolta il colono col suo regalo neanche si fa vedere dal padrone che se ne sta al primo piano : lo porta al secondo piano e lo consegna semplicemente ai servitori di casa, indi se ne va. Ad un tratto udimmo madama Cambj inveire, adiratissima, contro il suo cantiniere. Quasi ci spaventammo. Che cosa era mai successo? — Ho detto e ripetuto al cantiniere di non dare oggi ai coloni levando,, ma vino puro, e del migliore. Egli trasgredisce i miei ordini, ed io intendo che i nostri coloni ritornino oggi contenti alle case loro, perbacco! Con padroni tanto umani e democratici, i campagnuoli delle Castella appena s’accorgono che per essi vige tuttora il sistema feudale sotto l’ipocrita forma del « diritto colonico ».