308 LA DALMAZIA Perasto, sormontata da spaventevoli monti, ricorda, con le sue fortificazioni, con le sue torri, coi suoi palazzi diroccati o abbandonati, epoche passate di ricchezza e di potenza. Il campanile più alto doveva servire ad una chiesa monumentale sul modello della Madonna della Salute di Venezia. Di quella chiesa rimane alla base un arco gigantesco e nulla più. Un altro campanile snello e grigio, quello del vescovato, è oramai completamente distrutto. Era stato fondato dal vescovo Zmajevich, perastino. La dotazione del vescovato — dicono le tradizioni — ingoiata da Napoleone, ammontava a 60,000 zecchini. Da lontano il campanile elegantissimo vi accompagna, finche lo perdete di vista a malincuore, come l’unica memoria della Perasto doviziosa ed artistica di un tempo. Cari e simpatici e dolci nelle loro maniere, i perastini ! Ne è un modello perfetto il conte Francesco Viscovich, di antico e nobile casato perastino, attualmente ispettore generale del Lloyd austro-ungarico di Trieste. Non è favore ch’egli non si affretti ad usarvi : non è attenzione ch’egli non prodighi agli infiniti passeggeri sulla flotta lloydiana : alla partenza d’ogni piroscafo dal superbo porto triestino, egli è presente, come il buon genio della Società e del pubblico, sempre e con tutti affàbile, distinto, gentilissimo. Il piroscafo, da Perasto, non si dirige verso Cattaro, ma voltando a sinistra entra nel superbo vallone di Risano. Sembra un paesello sepolto sotto montagne spaventevoli, aridissime. Dirimpetto a Risano si sprofonda la valle di Morirne, verdeggiante. Quante memorie del passato, lontano e recente, sono ridestate dalla vista di quei monti! E Risano il Iìhiziniim degli antichi, onde le Bocche di Cattaro si dissero, per secoli, Sinus rhizonicus. Rammentate le celebri insurrezioni dei crivosciani contro il dominio austriaco ? Sulle