432 LA DALMAZIA cinque mila passi. Un tentativo di uscita dei dalmati, aiutati dal condottiero Teutimo, accorso con le sue schiere, finisce con la loro disfatta, e i romani s’impossessano degli ultimi prupugnacoli di Promona. Una parte della popolazione è tagliata a pezzi, l’altra parte si salva in un vicino castello. Cesare ordina ad una sua coorte di aggredire il castello. Ciò avviene, con la peggio delle armi romane. Accorre prontamente Cesare stesso coi suoi migliori soldati, e con macchine di guerra fa saltare in aria il castello e i pochi cittadini di Promona che vi s’erano rifugiati. Di un muro antico di cinta si veggono ancora traccie colossali; ma sono proprio le traccie del muro, onde Cesare fece circuire i promonesi? La risposta agli storici e agli archeologi. Il mio compito cessa al limitare della scienza: questo volume è scritto per esser letto, non già studiato. * * * La mattina appresso, il segretario mancò all’appello. Noi, un po’ in carro, indi a piedi, attraversando un altipiano sassoso, si arrivò alle sponde rocciose e scoscese del Krka. I paesani le chiamano brina. Quivi, enormi mucchi di rovine antiche, attestano l’importanza storica di quei paraggi. E dall’altra parte del fiume, isolati su vasta campagna, sorgono, come una visione, gli archi romani di .Kistanje che avremo occasione di visitare. Più in là degli archi, biancheggia la piccola borgata di Kistanje. Il podestà, un cam-pagnuolo intelligente, mi spiega che la strada su cui ci trovavamo, lungo il ciglio del Krka, era una strada romana, la quale, per mezzo d’un ponte sul nominato fiume, doveva far capo all’altra sponda, verso gli archi romani. Così gli avevano raccontato personaggi illustri che visitarono quei paraggi. Infatti, fino a pochi anni fa, sul ciglio della sponda