KNIN 421 valoroso, che m’accompagnava, mi indicò la ferritoia, dalla quale si ritiene che il Jankovich, coi suoi falchi, abbia preso d’assalto la fortezza. Guardai giù — un precipizio. Davvero, dovevano esser eroi per prenderla da quel punto e sfidare la pioggia di sassi e di palle della guarnigione turca. Mi fermai dinanzi alla chiesa di Santa Barbara, oramai ridotta a deposito di farine e di salumi. In essa è sepolto Bartolomeo nob. de Borelli, da Bologna, morto nel 1736. Era venuto in Dalmazia, al servizio della repubblica veneta, come governatore generale della fortezza di Knin. Fu il capostipite della famiglia dei Borelli che, ai nostri giorni, tanto onora la Dalmazia. Suo figlio, Francesco, per le benemerenze di suo padre e per le sue personali, ebbe dalla Serenissima il titolo di conte e il feudo di Vrana, nel 1752. Lasciò un figlio, Andrea — nato nel 1758, morto nel 1815 — dal quale nacque il conte Francesco-Maria-Folco, morto a 74 anni, nel 1886, dopo d’aver sostenuto vittoriosamente una causa di diritto contro il demanio austriaco, per oltre 30 anni. Ne riparleremo visitando Vrana. * * * I dintorni di Knin, visti dalla fortezza, presentano un quadro sfolgorante di varietà: ai piedi, la borgata lambita dal Krka in un’oasi fiorita; verso est e sud-est una campagna immensa; nella stessa direzione, in fondo ad una gola di monti, la poetica cascata di Topolje ; a nord, altre vette rocciose ed aride; verso sud, la montagna gigantesca e grigia di Promina, si disegna maestosa sull’orizzonte ; più in fondo ancora, il monte Tartaro di Sebenico. La vegetazione rigogliosa dei dintorni di Knin essendo oramai rinomata, seduce d’estate numerosi forestieri e viaggiatori. Di ritorno dalla fortezza, trovai i cittadini di Knin affac-