SEBENICO 81 che sa d'italiano, compreso il Tommaseo/ed io avevo udito chq il Supuk non vuol udir nominare quel suo illustre concittadino. Nulla di più falso! Quando mi recai a visitarlo ed ebbi con lui la conversazione che vi ho riferita, mi sorprese graditissimamente un’apparizione inattesa: nella sua stanza, nel posto d’onore, notai subito uno splendido ritratto del Tommaseo, in una cornice ricchissima. Fu il Supuk anzi che concorse maggiormente, col suo consiglio e col suo obolo, ad.erigere al Tommaseo, nella sua Sebenico, un monumento ammirabilissimo. Tra le isole eli Sebenico, Zlarin è la più popolata, la più ricca, la più importante. Gli zlarignani si distinguono per il loro spirito d’intraprendenza, per fermezza di proposito, per laboriosità, per energia. Hanno attirato a se il monopolio •commerciale di tutto il distretto di Sebenico. Zlarin, capo-luogo dell’isola, conta parecchie ditte che godono, nelle migliori' piazze d’Europa, fiducia illimitata. I cantieri navali di Zlarin sono rinomati e gli operai, in quel ramo d’industria navale, ricercatissimi. Oltre che di commercio e d’industria navale, i zlarignani vivono di pesca e di agricoltura. La loro scuola, frequentatissima, è diretta esemplarmente dal bravo maestro Michele Lukacevic. Son pure ubertose le altre isole di Sebenico, ricoperte di oliveti e di vigneti rigogliosi. Nei dintorni della città, specie sulla marina, gli stranieri ammirano le più felici combinazioni di tinte e di orizzonti. Nè intendo defraudare della lode dovuta due vini di Sebenico, la maraschìna prelibatissima e il potente tartaro: sono vini di dessert, che godono oramai fama europeg,. Invitato cortesemente da alcuni amici, feci un’escursione nei dintorni della città. Fino a Zablace, distante da Sebenico otto chilometri, conduce una strada carrozzabile. A metà