A BORDO DELL’ - IRIS » 13 — No, signorina, e non lo fu mai, che io sappia. Singoli distretti caddero, nei secoli scorsi, sotto il dominio della mezzaluna, ma per breve tempo. In tutta la Dalmazia non c’è un solo turco, presentemente, nè una moschea, tranne quelle diroccate di Dernis. Un tratto della Dalmazia confina con la Bosnia e con l’Erzegovina, due provincie turche amministrate, fin dal 1878, dall’Austria. Mi consta però che un Voyage Pittoresque classifica la Dalmazia tra le provincie turche... La signorina non voleva arrendersi. — Ma se ho letto in un libro descrittivo della Dalmazia, che a Zara, capitale, se non m’inganno, della provincia, turchi autentici montano la guardia... — Fu un abbaglio di chi scrisse quel libro — le fece osservare il comandante; — in alcuni distretti dalmati, i paesani vestono alla foggia turca, o, per meglio dire, bosnese. Codesti paesani vennero scambiati appunto dal vostro Yriarte per turchi. — Ah, ora comprendo. Ma la Dalmazia è un paese semi-selvaggio ancora ?... ci sono signore vestite secondo la moda francese, in Dalmazia ? ■— Un paese semi-selvaggio ! — esclamò il comandante. — Tutto ciò è poco lusinghiero per me che sono dalmato. Non dico che tutta la Dalmazia abbia raggiunto il più alto grado di civiltà, ma, specialmente lungo la costa, lei troverà, signorina, costumi e modi raffinati, come in piena Francia. Nel montano, qua e là, in certi villaggi, in qualche paesuccio più lontano dai centri civili, si può deplorare un grado piuttosto sconfortante di progresso civile; ma, in complesso, ella non deplorerà di aver visitato quella terra, e sono certo che la prima impressione della Dalmazia, domattina a Zara, farà tacere il di lei pessimismo.