86 LA DATATA ZIA Cinta di mura, Traù sorge sur un’isola minuscola, e però si comprende che, avendo dovuto sfruttare avaramente quel breve spazio, le sue vie sieno anguste e tortuose, con vòlte oscure, con archi, con mille altri indizi d’una città medioovale. Se non sapessimo che in altre città di Dalmazia, dalle vie altrettanto ristrette, vivono esseri umani, ci parrebbe impossibile che i traurini nelle loro case possano respirare. Da due soli punti si vede un po’ di orizzonte aperto : dalla marina e dalla piazza del Duomo. Una bella riva circonda la città tutt’intorno. Vuoisi che Traù, l’antica Tragurium, sia stata fondata da coloni greco-siciliani dell’isola Lissa, nel quarto secolo avanti Cristo. Più tardi divenne, indubbiamente, colonia romana, come molte altre città dalmate, fino alla caduta dell’impero romano d’Occidente. Più tardi ancora, fu soggetta agli imperatori di Bisanzio, e, quando anche la loro stella declinò, la troviamo, nel nono secolo, dopo le solite peripezie storiche, per una quarantina d’anni in potere dei franchi; indi se la disputarono, per vari secoli, i popoli più irrequieti dell’epoca, gli ungheresi, i bizantini, i genovesi, i croati, finché, nel 1420, chiese ed ottenne definitivamente la protezione della Serenissima. « Ma turca non fu mai !» — vi dirà, con un certo orgoglio, ogni traurino. Se anche la storia di Traù è puramente locale e dalmata, v’ha un dettaglio degno di menzione: la fedeltà affettuosa da essa serbata a Bela IV, re d’Ungheria, le meritò il titolo di « fedelissima ». Nel 1241, inseguito da orde di tartari, quel povero sovrano riparò a Traù, con tutti i suoi tesori, con la sua famiglia, con un seguito brillantissimo. La piccola città lo ospitò con gli onori dovutigli, ottenendo da lui la conferma di antichi privilegi, doni, concessioni, ecc. Nello stesso secolo, forse per iniziativa dell’ospite coronato, fu costruita