90 LA DALMAZIA di quella porta gigantesca norf sia al suo vero posto, ma che sia appartenuta ad un palazzo dei conti di Bribir nella storica città di Biach che più non esiste. — Che le pare, conte, di questa versione? — Non è ancora documentata. Del resto, la porta deve aver subito diverse alterazioni*. Ed ora entriamo. L’interno della chiesa sorprende coi suoi archi rotondi che posano su massicci pilastri quadrati di forma germanica. Interessanti molti accessori, come il pulpito, gli stalli del coro e qualche cappella laterale. In una si conservano le spoglie di s. Giovanni Ursino, romano, che fu vescovo di Traù dal 1062 al 1111. Anzi, dapprima il tempio era dedicato a san Lorenzo martire e, più tardi, quando vi si depose la salma del l’Ursino, si chiamò chiesa di San Giovanni, e i traurini elessero, patrono principale del paese, il loro antico vescovo. Monumentale è la cappella di San Giovanni, in stile del rinascimento, adorna di pregevoli statue, fra cui due attribuite allo scalpello di Alessandro Vittoria. Così pure è monumentale la cappella del battistero, del 1467, con sculture ed altorilievi rimarchevoli ed una statua di s. Gerolamo, di Andrea d’Alessio. Nel reliquiario vi mostreranno calici ed ostensori preziosi, parecchi apparati sacri di valore ed antichi. Ma ciò che maggiormente vi interesserà è una memoria storica : il cappuccio del manto reale di Bela IV. Certo, S. M. ungarica lo avrà regalato ai traurini, in memoria perpetua dell’ospitalità da essi ricevuta — una pianta che fiorisce anche oggidì a Traù e di cui gustai le frutta appunto in casa del mio cicerone. Il quale appena uscito dal duomo: — Adesso visiteremo — mi disse — altre due chiese importanti.