4-18 LA DALMAZIA da belle case, da negozi e dalla nuova chiesa greco-ortodossa, con parecchie vie laterali più brevi e più anguste: una piazza su cui s’erge la chiesa cattolica : superbi e fertili dintorni : molto spirito commerciale, vivissimo senso ospitaliero nei 2000 cittadini — ecco tutto. E dell’antica Scardona, della fiorente città liburnica, del celebre conventus juridicus dei romani, ricordato da Plinio, della città importantissima ambita dai goti, dai bizantini, dai croati, dai veneti, dai turchi, rimangono scarsissime tracce : i pochi documenti storici attendono d’esser illustrati dalla scienza, le macerie sepolte da secoli implorano lo zappatore e l’archeologo; la gloria antica di Scardona reclama la sua palingenesi. Sembrano fantasmagoriche le vicende politiche di Salona nella storia generale e nella sua storia speciale : Plinio la descrive come una delle città principali, dove amministra-vasi la suprema magistratura ; i veneti, nel 1411, ne comperano il possesso per 5000 ducati ; i turchi fanno sforzi inauditi per riaverla ; dopo lotte sanguinosissime, città e territorio rientrano, nel 1684, nei dominii della Serenissima, fino al 1797. Narrano le cronache che i morlacchi fecero prodigi di valore per liberare Scardona dal giogo della mezzaluna; parecchi decreti del Senato veneto confermano coteste tradizioni: pare anzi che, senza l’appoggia di quei forti ecl indomiti montanari, il leone di San Marco non avrebbe mai ripreso quella città, così importante per la sua posizione eminentemente strategica. Da lì, fin da tempi antichissimi, passava la strada che dall’Adriatico, attraverso la Dalmazia montana, faceva capo sul Danubio. Traccio di quella strada si veggono tuttora lungo tutti i paraggi da noi già visitati. * * * Non abbandonai un istante l’egregio ospite teutono, felice di poter informarlo del profilo morale ed etnografico dei