80 LA DALMAZIA 10 scaccino si affretta a rischiararvi alcuni dettagli notevolissimi di scultura. Il' finestrino che dà luce a quel piccolo gioiello, era tutto ricoperto di stupendi rosettoni di lavoro finissimo. Anni or sono, i ladri ne ruppero un pezzo per introdursi in quel luogo sacro e demolirvi vandalicamente le statue, nelle nicchie laterali. Due, anzi, ne asportarono nè mai più si rinvennero. Con le sue decorazioni così nitide, geniali, poetiche, quel battistero ha l’aspetto d’un boudoir di fata. Dirimpetto al duomo, sulla stessa piazza, un palazzo veneto, di stile lombardo, presenta linee corrette ed artistiche, facendo degno riscontro al monumento religioso. Sebenico merita una breve visita, non fosse jiltro perchè in essa, nel 1802, nacque il « cieco venerando » che tanto onorò la Dalmazia e l’Italia. « Sommo filologo, filosofo profondo, storico coscienzioso, poeta di gran vaglia, romanziere a niuno secondo, critico acuto, psicologo in tutta l’estensione, poliglotta eccellente, statista di gran merito, politico di larghe vedute, oratore eloquentissimo » — in 52 anni di lavoro vertiginoso, Niccolò Tommaseo ha titoli esuberanti alla nostra più affettuosa venerazione. Lasciò una biblioteca intera di lavori ammirabili: 18 opere di argomento religioso, 84 di morale e metafisica, 64 di storia e di cose civili, 17 poetiche, 13 artistiche, 12 filologiche, 30 critiche, 14 traduzioni, una diecina di cose scherzose. Collaborò in 11 strenne, in 37 giornali letterari, in 27 politici. Una fertilità straordinaria, unita ad una perfezione classica di forma, ad un concetto sempre spirituale, sempre sublime, sempre profondamente filosofico. 11 suo Dizionario dei sinonimi, un monumento letterario, basterebbe alla fama di un’accademia. I dalmati, senza distinzione di partito, ne conservano memoria veneratissima e ne vanno superbi. Eccovene una prova. Si suole insinuare che gli slavi di Dalmazia odiano tutto ciò