428 LA DALMAZIA — E il morlacco coltiva molto la vigna? — Poco: lo seduce maggiormente un campo arativo. Lui non calcola il lavoro dei suoi sei manzi nè la sua fatica personale. Egli ragiona così: « Se raccolgo uva il vino sparisce in breve tempo; invece il campo arativo mi dà pane per l’annata e un po’ di paglia che mi vale tanto oro, per mantenere il bestiame nei crudi mesi invernali ». Perchè, come accennai altrove, il morlacco tiene al suo bestiame, specie al bovino, come al suo occhio destro. È il suo orgoglio: su esso concentra tutta la sua predilezione. Una casa che abbia manzi per due o tre aratri — per ogni aratro se ne calcolano sei — gode eo ipso la considerazione del paese. E quando il cursore, o l’esecutore della legge, viene in villaggio a sequestrare i buoi ad un morlacco, costui preferirebbe che la terra lo ingoiasse, insieme alla sua famiglia. Allora diventa vile: corre alla borgata, si pone a discrezione dell’usuraio che lo colpì col sequestro di ciò che gli è più caro; e il Shylock ne profitta criminosissimamente, fino a farsi dare in pegno la casa in cui vive la sua infelice vittima. Assistetti a Eazvadje ad una simile scena: un morlacco, a cui il giorno prima erano stati sequestrati quattro manzi, n’era talmente inferocito e inconsolabile, che, in quel momento, non v’a dubbio, sarebbe stato capace di qualunque delitto, di qualunque viltà. Passeggiando, mi recai fino ad Oklaj, sede del Comune di Promina, di una stazione di gendarmeria e dell’uificio postale. Quest’ultimo è affidato al segretario comunale, il Cavljina, un uomo oltre la sessantina, la di cui vita è un romanzo fantastico. La casa comunale è un edilizio nuovo in pietra battuta, forse troppo elegante per un comune montano. A me premeva vedere il segretario: me ne avevano parlato come di una persona istruita, eccessivamente ec-