UNA VOLATA TEA I FALCHI 329 di me e proseguì la sua passeggiata, indirizzando alcune parole ad uno del suo seguito. Costui corse a domandarmi chi fossi, e tosto ne portò notizia al suo gosjiodar, il quale rincasò immediatamente, per ricevermi. Noblesse oUigc, davvero! — Siate il benvenuto ! — mi salutò il principe graziosamente, appena entrai nel suo salottino a piano terra, e m’invitò a sedermi. Egli pure sedette sur una poltroncina. Sull'unico tavolo del salotto vidi spiegati libri e giornali italiani, russi, francesi. Sul pianoforte era pronto un candelabro con quattro candele; nel caminetto veneziano scoppiettava una generosa fiamma. Di primo acchito, il principe Nicolò, col suo viso aperto o intelligente, col suo fare franco, con la squisitezza dei suoi modi, affascina l’ospite. Ha forme fisiche gigantesche, con un vocione baritonale, ampio, caldissimo, perfettamente intonato. In un’assemblea, dominerebbe la più rumorosa baraonda, È dotato di un’eloquenza fenomenale. Discorre a lungo, e con ineccepibile autorità, di questioni le più disparate, sfoggiando coltura, erudizione e una mente assolutamente superiore. Parla l’italiano con facilità ed eleganza, — Non vi sorprenda, se parlo l’italiano, —• mi disse, prevenendo una mia interrogazione in proposito ; — nei primi anni della mia giovinezza, studiai a Trieste. Più tardi visitai parecchie volte l’Italia. Poi, si parlò del Montenegro, del mondo slavo, dei popoli -balcanici, della questione d’Oriente, di molte altre cose. Sua Altezza mi espose una serie di altissime vedute personali, i suoi criteri per l’avvenire, il suo giudizio sulla situazione presente d’Europa. Mi permisi di osservare che, dato il caso duna guerra tra l’Austria e la Russia, il Montenegro sarebbe ben imbarazzato a fissare una linea di con- — Giuseppe Modrich. — La Dalmazia.