398 LA DALMAZIA Lassù in cima, una chiesuola dedicata a s. Giorgio raccoglie intorno a sè ogni anno, il 23 aprile, centinaia di pellegrini. Il parroco che era con noi della comitiva, a malapena respirava, affranto com’era dalla fatica e dalla fame: mentre noi si mangiava, a lui era interdetto il cibo, chè, nella chiesa di San Giorgio, doveva, quel giorno di sagra, celebrare. Ascoltata la messa, senza il suono delle campane — da quell’altezza nessuno le udrebbe, tranne i pellegrini già raccolti intorno alla chiesa — si pranzò alla montanara: capretto arrosto allo spiedo ed eccellente vino. I montanari formavano gruppi oltremodo pittoreschi. Ancora una preghiera, ancora un’occhiata all’immenso orizzonte : l’occhio spazia sulla vicina Erzegovina e sul mare Adriatico: le grandi isole Lagosta. Curzola, Lesina, Lissa, Brazza e la penisola di Sabbioncello sembrano da lassù brevi punti, o linee sul mare superbo: Makarska ai nostri piedi, alle falde del Biokovo, sembra un paesello microscopico. — Perchè i montanari raccolgono tant’erba prima di andarsene? — domandai al parroco. — Perchè — mi rispose — ritengono che l’erba di questa vetta sia un talismano potente per i loro greggi: questo è anzi uno dei motivi principali per cui s’arrampicano, con fede entusiastica, fin quassù. La nostra comitiva ritorna frettolosa sul Turia, non vi dico con quanti stenti alpinistici. E lì mi si presenta un bel spettacolo: sono migliaia di caprini ed animali lanuti, custoditi dai famigliali dei pellegrini. Le donne distribuiscono loro l’erba miracolosa del monte San Giorgio « perchè vivano, prosperino e si moltiplichino, così Dio e s. Giorgio li aiutino ». * * * Un idillio completo! Gli animali mangiavano l’erba aromatica di San Giorgio con visibile entusiasmo, deplorando