ZARA 49 meglio conservata di Zara veneta, ammirando ampi e spaziosi atrii, gradinate all’aperto con balaustrate molto ricche, finestre bifore a sesto acuto, pergolati con mensole molto pregiate, cortili, parapetti e ballatoi con graziosi motivi decorativi, prettamente veneti. Insomma un cantuccio parlante della città, lagunare. Bimarchevole monumento veneto è la porta di Terraferma, eretta sui disegni del Sammicheli, in istile del rinascimento. Adorna d’uno stupendo leone alato, ricca di fregi, di decorazioni molto armoniche* essa ricorda la porta tanto celebrata di Verona. Sull’elegante piazza dei Signori abbiamo altre due opere venete: il corpo di guardia, sormontato dall’elegante torre dell’orologio, e, dirimpetto, una loggia, ridotta a biblioteca Paravia, dal nome di chi la fondò. Internamente, un grande tavolo di pietra, eon un’inscrizione latina, ne ricorda la destinazione: Hic regipien purum, magnaque facta rnanent. E sulla stessa piazza, sul muro esterno del palazzo comunale, non vi sfuggirà una vecchia meridiana, sormontata da' quattro iniziali: A (ngelo) D (iedo) P (rovveditore) G (enerale), 1790. Una consimile ne possedeva non ricordo più qual paese di questo mondo. Ma il sindaco, temendo che le intemperie e il sole la rovinassero, la fece ricoprire con una tettoia in ferro... * * * Zara moderna, come tutte le capitali, offre un amalgama stravagante di costumanze, di modi, di abitudini, di idiomi. Ha però il tipo di città eminentemente civile, non pure perchè v’è concentrata molta aristocrazia dalmata del censo e dell’intelligenza, ma perchè v’è annidata tutta la magistratura