DUE MARI INTERNI 491 di passaggio. Sognai coorti romani, orde di vandali, l’inquisizione spagnuola, mille altri fantasmi d’altri tempi, fortunatamente a noi lontani. La mattina appresso ritornai a Novegradi, da dove, con barca, partii, lungo il fiume Zer-magna, alla volta d’Obbrovazzo. * * * Anche a Novegradi mi sorprese un dettaglio etnografico degno di nota : i paesani, più che del morlacco o del montanaro, hanno dell’isolano, nel vestito, nel modo di parlare e di pensare. Pure, non si dicono boduli, ossia scogliani e non lo sono; riterrebbero anzi offensivo tale epiteto. Il peggio è che non sono nè veri scogliani, nè veri montanari, ma hanno un tipo psicologico tutto speciale, quasi che, confinati nel piccolo canale in fondo al mar di Novegradi, si fossero completamente isolati dal resto della Dalmazia. Il loro orizzonte intellettuale si limita alla pesca del tonno e dei famosi crostacei, e in ciò sono maestri. I