LE BOCCHE DI CATTARO 313 flotta veneziana ; la coscrizione non essendo obbligatoria, quella bella e forte gioventù si arruolava volontariamente nelle forze navali della repubblica. Oltre alla porta sulla marina, Cattaro ne ha altre due: porta Fiumara ad ovest, porta Gordicchio ad est : si chiamano così da due torrenti vicini. Il Gordicchio nàsce in una grotta, ha breve corso e si riversa, da sotterra, nel mare. Interessantissima riesce una passeggiata fuori porta Fiumara, dove in un piazzale, alle falde del monte su cui serpeggia la vecchia strada montenegrina, si trova il bazar montenegrino. Potete, se vi diletta, fare studi interessanti di etnografia e di tipi montenegrini. Il bazar diede argomento a poesie e a novelle fantastiche. La vecchia strada, l’unica che traeva a Cettigne, è davvero un poema : non sembra fatta per esseri umani : è rocciosa, ripida, raggirantesi tra un panorama romanticamente selvaggio. A cavallo o a piedi, conviene arrampicarvisi. E pure i montenegrini la preferiscono all’altra, modernissima e carrozzabile, a serpentine, sul fianco orientale del monte Sella. Per essi non esistono difficoltà di terreno. Conviene vedere come profittano delle scorciatoie e come saltano da balza in balza, gareggiando colle capre e coi camosci. Da Cattaro a Cettigne un buon cavallo mette cinque ore : un montenegrino percorre, occorrendo, le stessa strada in meno di due ore, perchè i suoi garretti sono d’acciaio e la sua energia invincibile. Sul bazar, parecchie baracche servono di rifugio notturno a quei valorosi figli della Montagna Nera, quando infuriano tempacci o uragani. L’effetto di simili sconvolgimenti meteorologici è spaventevole, fra quei monti. Ma, a proposito delle baracche, mi fu raccontato un episodio stranissimo che caratterizza il popolo montenegrino. Stojan, un giovane eroe della Montagna Nera, alto, slan- SO — Giuseppe Modrich. — La Dalmazia.