YERLIKA piccolo gioiello di architettura moderna: il pianoterra ne è diviso in una sala destinata a varie circostanze solenni, o a ritrovi sociali eccezionali, e in un caffè, il quale, essendo il ritrovo quotidiano del ceto migliore, senza differenza di partito, potrebbe denominarsi « Club Concordia » e così, se non m’inganno, anche si chiama. Salgo al primo piano per salutare il podestà del paese, l’egregio Giuseppe Kulissich, gentiluomo perfetto e distinto, come suo fratello Simeone. Lo trovo nella sua stanza elegantemente decorata proprio all’europea. Egli mi presenta il segretario comunale, il festeggiato poeta slavo, Bressan. La nostra conversazione s’aggira sulle condizioni economiche della borgata e del distretto che sono tollerabili, per quanto i mancati raccolti di questi ultimi anni e la peronospora nei vigneti abbiano deteriorato il benessere pubblico. — Pure, caro podestà, m’accorsi che qui infierisce l’acca-tonaggio ! — E vero, ma esso non è la risultanza delle condizioni pubbliche: è piuttosto un parassita di provenienza straniera. Sul piazzale della casa comunale, ombreggiato e tenuto con gran decoro, incontriamo alcuni negozianti del paese, le autorità giudiziarie, il medico e il parroco cattolico, il gigantesco fra Krste, un simpaticone beneviso da tutti, senza eccezione. Lì si conversa, si chiacchiera, si ride, si chiassa fraternamente. Davvero, dal punto di vista sociale, Yerlika è una borgata modello. Nel nominato caffè passai un paio di serate memorabili ; riescirà difficile ai lettori comprendere '•he, in una borgata alpestre, si possa trovare un ritrovo civile tanto sereno, tanto geniale e confortante, e che Yerlika >ia, moralmente, così vicina ai migliori centri di Dalmazia. — Domani andremo a visitare la famosa grotta — mi dice il Bressan.