KXIX 423 tenuta di Crkvina. Infatti, nel pianoterra del loro convento, ammirai un museo interessante di ruderi antichi con iscrizioni, monete, fregi ornamentali, oggetti preistorici dell’epoca della pietra. — Con gli scavi successivi — mi disse un frate — speriamo di ricostruire la storia dell’epoca croata in Dalmazia. Abbiamo già trovato un’iscrizione che ricorda un lìux Croatorum. Curioso di vedere gli scavi, mi ci recai in compagnia dell’egregio podestà. Giace Crkvina a sud-est della borgata, ad un’ora di distanza, vicino al bellissimo villaggio Biskupija. In mezzo ad una campagna ondulata, gli scavi già fatti non possono paragonarsi a quelli di Salona: qualche traccia di muraglia antica, molti ruderi, alcuni sarcofaghi e un vasto cimitero. Questo mi interessò, perchè su moltissime lapidi sepolcrali, senza veruna iscrizione, sono scolpite soltanto una mezzaluna e una lunga croce. Non compresi il significato dei due simboli nemici in connubio fra loro. E ne chiesi spiegazione ad un archeologo. Costui mi disse che nè la mezzaluna è d’origine turca nè la croce d’origine cristiana. Adesso ne so quanto prima... Nella scuola di Biskupija, un vero modello, rivolsi alcune domande ai piccoli montanari: mi sorpresero con le loro risposte franche, vivaci, intelligenti. Dissi ad uno di loro, un ragazzo di soli cinque anni, di scrivere su un pezzettino di carta il suo ed il mio nome. Li scrisse, me li consegnò e li conservo ancora. Sono scritti con una sicurezza calligrafica ammirabile. Come vedete, fin lassù, in paesi tanto distanti dal mare, si studia e si progredisce. Passai la serata in compagnia piacevolissima del notaio Vujatovich, del dr. Monti, una stella ecclissata suH’orizzonte del movimento nazionale dalmato, del consigliere Slodre, insigne creatore di strade, e di molti altri simpatici. Si parlò