270 LA DALMAZIA vili carrozzabile che da Gravosa trae a Ragusa. D’ambo le parti, brevi campagne e colli verdeggianti, col contorno di casolari sulle falde montane. Tutto un panorama placido e mite, fino al punto più alto del pendio, alla Bella Vista, da dove la strada comincia a scendere verso la città. Ma Bella Vista ricorda Sorrento e le più vantate riviere della costa greca ed italica, Su quel punto si apre la vista superba del golfo infinito, un miraggio incantevole. La strada sta a picco, su ripide roccie. Contro di esse il mare si frange rumorosamente, gorgogliando in piccole grotte. Da lì, che il mare sia tranquillo o appena increspato di mite brezza o infuriato, il panorama non perde nulla del suo fascino. A destra un sentiero campestre conduce al santuario della Madonna delle Grazie. Quante madri, e spose, e sorelle, implorarono da quella Madre di Dio un felice ritorno ai loro cari, vaganti su lontanissimi mari ! Se guardate dinanzi a voi, vi si presentano i primi colli fioriti della penisola su cui sorge Ragusa : sono boschi di lauri, sono magnifici esemplari di cactus, di aloè, di palme, sono rosai rigogliosi, gruppi di piante esotiche che vi trasportano in piena Nizza. Bella Vista è la meta delle passeggiate dei ragusei: essa illustra splendidamente il suo nome, e se lo merita. Tra villini e giardini che gradatamente aumentano, fino a formare un sobborgo, la strada scende fino al sobborgo Pile e alla porta di città dello stesso nome. Fermiamoci un istante sulla vasta piattaforma prospiciente il mare. Da quel punto bisogna assistere alla furia degli uragani schioccali per intuire la caratteristica storica di Ragusa : la città marinara affronta arditamente l’aperto mare, su cui un dì navigavano i suoi potenti vascelli, e sembra sfidare le onde più furiose che si frangono contro le sue roccie. Ma noi, recandoci a Cattaro, avremo occasione di studiare l’effetto ge-