110 LA DALMAZIA nito, dal capitello corintio alte 7 metri, portano cornici spezzate. Tra loro non essendovi continuità di cornicione, ognuna sta per se, quasi isolata. Su loro, s’ergono altre otto colonne minori, quattro preziose di porfido e quattro di granito. Queste pure portano cornici spezzate. Notiamo questa circostanza, perchè il Freeman ritiene che quelle colonne isolate ed inutili, quelle colonne parassite, abbiano probabilmente ispirato a Diocleziano, o al suo architetto, l’idea di far servire le colonne a qualchecosa, a sostenere, cioè, l’arco. All’altezza delle prime colonne girava, fino a pochi anni fa, una galleria circolare in legno, da dove i fedeli assistevano al servizio divino. E da quella galleria si poteva vedere la sola decorazione che fregi il mausoleo : una caccia di Diana. Quel dettaglio fece supporre che si trattasse di un tempio dedicato a Diana cacciatrice, anziché di un mausoleo. Ma oramai è accertato irrefragabilmente che quello era il mausoleo di Diocleziano. Così pure le colonne superiori sostenevano una seconda galleria circolare per uso dei fedeli, dalla quale il cicerone vi faceva assistere al responso dell’oracolo. Si parlava, cioè, in una piccola nicchia, e la voce, attraversando un tratto vuoto della cupola, usciva ingrossata da una nicchia al lato opposto. All’epoca pagana, nella prima si nascondeva il preteso oracolo e nella seconda l’ingenuo che veniva a consultarlo... Non importa: l’effetto acustico era ammirabilmente ingegnoso. Oggidì, le due gallerie, che tanto deturpavano l’ex-mausoleo, non esistono più, e, volgendo gli occhi intorno, ammirate gli artistici restauri fatti ai capitelli e ai cornicioni, finché il vostro sguardo si ferma sull’ampia cupola, una meraviglia di lavoro in mattoni. Si esce da quel recinto con un senso profondo di poesia classica, nè si può sottrarsi dal