504 LA DALMAZIA Jasenizze, Seiine, Starigrad, Tribanj; verso oriente, i villaggi greco-ortodossi di Muscovzi, Golubic, Krupa, Zegar, Bilissane, Zelengrad e Karin. Sul vasto continente, dall’intonazione verde-cupa, che rimane come sprofondato sotto i vostri piedi, vedete serpeggiare il Zermagna; poi il panorama comprende, nei suoi contorni, a sud, Kistanje ed Er-venik coi monti Dinara, Kozjak, Svilaja ed altri di nostra conoscenza. Numerosi casolari e paeselli biancheggiano, come in miniatura, tra campi vastissimi, o su colli che, visti da lassù, sembrano leggere ondulazioni del terreno. E il dettaglio più leggiadro del panorama sfarzosissimo risalta verso ponente, dove il mare, insinuandosi capricciosamente tra mille bizzarri frastagliamenti del continente, presso Nona, forma laghi, canali, stretti, penisole, arcipelaghi vaghissimi, vallate profonde e lagune, con lo sfondo del mare aperto, dell’oriz-zonte sereno e mite, soffuso in un’ebbrezza di amaranto... * * * Più in su ancora, a Mali Halan, una colonna commemorativa segna il confine tra la Dalmazia e la Croazia. Pochi passi più innanzi, ci fermiamo alla casa del solitario maestro postale ungherese, chè la Croazia fa parte dei domimi della corona di S. Stefano. Ci fermiamo sulla vetta, ove infuria in permanenza il vento. Il contrasto tra i due versanti del Yelebit rasenta il paradosso: il versante dalmate, nudo, desolante, squallido, roccioso; il croato, invece, è ricoperto da boschi di faggi altissimi, a perdita d’occhio. Di lassù si domina la Croazia militare, ossia le due provincie, Lika e Krbava : si scorgono, in mezzo ad ubè^osa pianura, i ricchi villaggi San Rocco, San Michele e molti altri: in fondo, un’altra giogaia di monti, e pianure sconfinate e valli amenissime.