ALMISSA 179 — Si va, dunque a Duare. — Sissignore: tra mezz’ora i cavalli saranno pronti. Prima di mezz’ora, quattro quadrupedi di razza piccola, ma snelli e vivaci, si agitavano sul piazzale di Almissa, recando sul loro dorso quattro bipedi della nostra specie. Altri quattro individui della stessa specie, quattro poglizzani, i proprietari dei cavalli, erano pronti alla partenza. Essi ci avrebbero accompagnato a piedi, come è costumanza del paese. Una spedizione completa, insomma. — Viaggia lei sempre con tanta energia? —• mi chiese il professore. — È indispensabile. Guai lasciarsi adescare dalle cortesie affettuose di amici: si corre rischio di viaggiare anni, e di non scrivere dieci pagine di un libro. — Sta bene: raccomandi le sue ossa al buon Dio. Arrivederci a mezzanotte! I poglizzani fecero un cenno col capo alle loro bestie, e queste si misero in moto allegramente, non sospettando, infelici!, che le attendevano cinquanta chilometri di frustate.