290 LA DALMAZIA Da Breno fino al sobborgo Ploce di Ragusa la vegetazione ci trasporta in piena plaga tropicale. Il lauro, il melagrano, l’oleandro, l’alto cipresso, l’agave americana, la palma maestosissima formano siepi, rallegrando la vista e il cuore del viandante. Che panorama romantico! Una flora ricchissima, degna d’essere ammirata dal poeta e dal naturalista. I ragusei doviziosi ne profittano. In quella plaga, molti casini, circondati da orti e parchi, albergano l’aristocrazia di Ragusa moderna. Nè è raro incontrarvi una società elettissima, ove si conversi di argomenti spirituali, con una nobiltà perfettissima di modi e di linguaggio. La conversazione dei ragusei, sempre arguta, diplomatica, geniale, vi affascina. Se parlano la loro madrelingua, la slava, ne fanno un poema linguistico, superando, nella perfezione delle forme grammaticali, tutti gli slavi del sud ; se parlano italiano, li direste fiorentini. E quando parlano tra loro, adoperano un dialetto di prammatica, un amalgama graziosissimo di slavo e di italiano che vi incanta. Sono capaci di esprimere frasi intiere con parole italiane e accentuazione slava. E viceversa. Eccovi un esempio: « andiamo setando (dal verbo setati, passeggiare) fino a Bella Vista ». * * * Prima d’entrare nel sobborgo Ploce, prenderemo una 'via laterale, per visitare l’Abbazia di San Giacomo, del xvi secolo, oggimai disabitata. È un paraggio romantico, con ricca e rigogliosa vegetazione: vi sorprenderà la vista dell’aloe gigantesco e di magnifici gruppi di palme. Da lì, contemplando le rovine dell’antico cenobio, vi apparirà il panorama di Ragusa sotto una visuale superba, con le sue alte rupi, con le sue grigie mura gigantesche, con tutte le sue fortificazioni