158 LA DALMAZIA da una caverna profonda, attraversando l’azzurro mare, a Andiamo! ». E mentre la barchetta si ripone in moto, io, rivolto verso la grotta fatata, evoco tutte le più strane fantasticherie mitologiche, e penso che quella fu, forse, in tempi lontani, la magione di ninfe vezzose e innamorate. Ecco l’impressione che si ritrae dalla grotta azzima di Busi : un sogno idillico, una visione dolcissima e soavissima. , CURZOLA. È un’isola molto ricca e molto popolata, lunga 30 miglia, larga 5, parallela a Lesina, da cui dista 18 miglia, e trenta miglia da Lissa: la separa, dall’estremo lembo orientale della penisola di Sabbioncello, un canale di mezzo miglio. Abbonda di paeselli lungo la costa e nell’interno. Ma noi rileveremo soltanto l’importanza della città di Curzola che ne è capoluogo; di Blatta e di Vallegrande, due borgate floridissime. Ricapitoliamo la storia di Curzola, omettendo l’esposizione delle prime gesta degli illiri, della loro regina Tenta e del suo grazioso consorte Agrone. Da Augusto ad Eraclio, ossia lino al 642 d. C., troviamo Curzola soggetta agli imperatori romani d’Occidente, indi a quelli d’Oriente ; dal 642 al 999 è conquistata dai narentani ed a questi confederata; poi, lino al 1100, soggiogata dai veneti per opera del doge Pietro Orseolo; la posseggono i genovesi dal 1100 al 1129; in quest’anno la riprende Popone Zorzi, veneto, e la Serenissima ne fa un feudo al suo casato, in varie riprese, fino al 1357 ; indi la posseggono i re d’Ungheria; poi nuovamente i genovesi, fino al 1418 ; nel 1420 si dedica spontaneamente alla repubblica veneta fino al 1797; ceduta con lo Stato veneto a Napoleone I, è aggregata al regno d’Italia dal 1806 al 1807; dal 1808 al 1813 è incorporata col resto della Dalmazia alle