28 LA DALMAZIA al 1200. Lo costruirono, senza dubbio, i zaratini, a scopo di osservazione ; indi i veneti lo ristaurarono ed ampliarono. Ha, nelle sue basi, parecchie palle di catapulta. Più tardi, passò in possesso della nobile famiglia de’ Lantana. Nel 1843 il conte Marcantonio Lantana ridonò Ja chiesuola del castello al culto cattolico. Indi, per parecchi anni, la stessa chiesa venne interdetta per ordine delle autorità austriache; e nel 1872 il conte Jose, figlio di Marcantonio, vi inaugurò di bel nuovo il culto cattolico. Su quella vetta, il giorno di san Michele, è un pellegrinaggio pittoresco di paesani da tutti i paesi e scogli vicini. Eccoci alla lanterna di Puntamica. A sinistra un’avvicen-darsi di vallate superbe, una riviera soleggiata deliziosamente. A destra le case biancheggianti dei paeselli dell’isola di TJglian, in riva al mare, sembrano miniature poetiche. Dopo dieci minuti 1’“ Iris « entra nel vasto porto di Zara. Sulla marina spaziosa, dallo sfondo verde, una folla di curiosi attende l’arrivo del piroscafo, lo sport gratuito di tutti i piccoli paesi. I compagni di viaggio sono affaccendati a porre in assetto le loro valigie.. Quasi tutti rimangono a Zara, per poi proseguire il viaggio lungo la Dalmazia, il giorno appresso : chè Zara abbonda di comunicazioni marittime, come, invece, manca affatto di comunicazioni ferroviarie. H « carro della civiltà » non giunge fino a Zara. Non importa: Zara presenta allo straniero un coefficiente così insigne di civiltà, da degradare parecchi altri centri mondiali più grandi, più vantati, più noti. Zara è un’oasi deliziosissima, in cui tutte le forme di progresso e di modernità allignano rigogliosamente, affermando in tal modo gli antichi diritti di quella vetusta città al suo posto d’onore nella storia civile dei popoli.