FROMINA 429 centrica. Era dapprima frate, indi soldato di guarnigione a Vienna, poi pastore-socialista. Per dieci anni pascolò filosoficamente il suo gregge di capre, disdegnando il mondo e i conforti della vita sociale, vestito da contadino. Dormiva in grotta, esponendosi a tutti i disagi d’una simile vita. Ma nella sua torba, oltre ad un pane, portava in permanenza le opere di Virgilio ch’egli leggeva in originale, nelle ore d’ozio. Un pretore volle toglierlo a quel genere di vita e vi riesci a stento, dopo lunghe trattative. Ma il pastore-socialista non si smentì : anche oggigiorno egli vive idillicamente, da cam-pagnuolo: sposò, a sessantanni, una giovane contadina da cui ebbe due stupendi bimbi che formano tutta la sua felicità. Lo trovai che faceva la siesta, dormicchiando, vestito, sul letto. Sua moglie lo svegliò ed egli m’accolse molto affabilmente. Gli chiesi molte cose. Eispondeva alle mie domande francamente : m’accorsi che oltre alla sua lingua materna, conosceva l’italiano, il tedesco, un po’ di francese. — Quanto vino produce il territorio di Promina ? — Circa 30,000 ettolitri — mi rispose. — E questi morlacchi sono intelligenti? — Molto, sopratutto accorti e pronti sempre allo scherzo e alla risposta arguta. — Sono sobrii? — No nel bere, chè berrebbero il Krka, se vi scorresse vino; ma sono fingali nel cibo: il loro ideale è pane, prosciutto e baccalà. Il morlacco mangia poco. — E Venere li seduce? — Poco assai : considerano la donna come una doccia fredda ai sensi. — Comprendono alcunché di politica? — Niente affatto seguono ciecamente coloro in cui ripongono la loro fiducia.