108 La foresta Sfortunato. Certo, non te. BulÀNOV. Allora chi? Sfortunato. Ohè, sei nato stupido o ti è successo qualche cosa oggi? Chi? Chi? Tu in questa casa sei come quelli ignoti che si trovano nelle opere di teatro, io sono qui nella mia propria famiglia Sono venuto a prendere il tè da mia zia. Bulànov. Scusate. Sfortunato. Di che scusarti? Ecco: buttati la borsa sulla spalla, attacca al bottone la lavagna e va a scuola a finire i tuoi studi. Bulànov. Scusate. Sfortunato. Beh, ti scuso. Bulànov. Non me; Raìssa Pàvlovna vi prega di scusarla. Ella non può ricevervi; non sta tanto bene, e sente, che le visite e tanti ospiti, anche se parenti, le sono di peso. Sfortunato. Ella mi scaccia? E per quale ragione? Bulànov. Questo non mi riguarda. In generale ella vi prega di liberarla dalla vostra presenza, che la disturba. Sfortunato. Che fare! Io le volevo bene, io la consideravo come una madre per me (si asciuga una lacrima). Che vuol dire che sono un attore? Ognuno è tenuto a fare quel che sa. Io non sono mica un brigante, io guadagno il mio pane con un lavoro onesto, grave. Non sono venuto a domandarle una elemosina, ma una calda parola. Ciò mi offende..... Oh, le donne! Dal momento che voleva offendermi, non poteva trovare un altro migliore di te?