Atto quinto 117 Gurm. (accorgendosi che la sua cassetta è sulla tavola). La cassetta? Io l’ho scordata. (Con il più carezzevole tono) Ascoltate, mio amico, Ghennadij, sii tanto buono, abbi la gentilezza di passarmi questa cassetta. Sfortunato. Non vi preoccupate, essa si trova bene anche qui. Gurm. Se tu non vuoi, mi alzerò io per prenderla. Sfortunato (tira fuori una pistola e la mette sul tavolo). Non v’incomodate 1 Gurm. Che fai? È terribile! Io posso morire dalla paura. Sfortunato. Non abbiate paura ! Noi discorreremo molto pacificamente, perfino gentilmente. (Esaminando la cassetta) Sapete? Regalatemela per ricordo. , Gurm (spaventata). Ah! Non si può, mio amico, ci sono delle carte importanti, i documenti riguardanti la proprietà. Sfortunato. Dei piani, delle ricevute, dei registri? Come possono essi entrare in una tale cassetta! Scusate, io mi permetterò di curiosare. (Apre la cassetta). Gurm. Che martirio! Sfortunato. Vi siete sbagliata, qui c’è del denaro. Oro, oro! Quanto male per colpa tua! (1) Intanto, chiudiamola. (Chiude la cassetta). C’era un attore di provincia, una donna lo offese, la moglie dell’ im- (1) Nel testo un intraducibile giuoco di parole.