112 La foresta BULÀNOV. Ma non si può mica metterla in istrada, essa non ha nessuno. Bisogna trovarle un marito. Gurm. Ma per farla uscire sposa dalla nostra casa in modo decente, bisogna darle una dote. Ma per quale ragione io dovrei fare delle stravaganze per lei. A che prò’ questa generosità ad un tratto ! BULÀNOV. Si capisce! No, no fin da adesso te ne prego, Raìssa, nessuna spesa superflua! Se qualcuno se la prendesse senza dote. GURM. Oh, allora sarebbe un’altra cosa. Non ci sarebbe da desiderare di meglio! E sarebbero conservate tutte le forme e le spese sarebbero poche, lo farei da comare e tu da compare; si organizzerebbe una serata da noi, — il fidanzamento, daremmo loro la benedizione e Dio sia con loro. Tutto sarebbe generoso ed economico. (Entra Aksjùscia). Eccola. Va, amico mio, va! (Bulànov esce). Scena quarta GURMyzSKAJA e AKSJÙSCIA Aksjùscia. Che cosa desiderate? Gurm. Ascolta, Aksjùscia, non vorrei che tu ti in gannassi. Tu vivi qua, da me, e a quanto pare ti immagini, che questo possa continuare eternamente. Nel tuo errore io sono colpevole: c’è stato un tempo in cui ho pensato di farti sposare Alessio Serghè-jevic. Adesso tu non devi neppure pensare a lui. Aksjùscia. Io non ci penso neppure. Gurm. Io non ti credo; ma è lo stesso. Mi sono