42 La foresta Sfortunato. Non mi sono adattato?... E a te, da quale città il governatore ti ha cacciato via? Orsù, racconta ! Fortunato. Che c’è da raccontare? Chissà che chiacchiere fanno. Cacciato... e perchè cacciato, come cacciato? Sfortunato. Come cacciato? Anche questo l’ho sentito, si sa, fratello. Ti hanno sbattuto fuori della città tre volte; ti cacciano da una barriera, tu rientri dall’altra. Alla fine il governatore ha perduto la pazienza: sparatelo — dice — sulla mia responsabilità, se ritorna ancora una volta. Fortunato. Già, sparare! Come se fosse possibile sparare! Sfortunato. Per sparare non hanno sparato, ma per quattro verste ti hanno cacciato i cosacchi con la nagàica. Fortunato. Non sono state quattro. Sfortunato. Bè, basta, Arkadij. Non m’irritare, fratello, (imperioso). Avvicinati ! (si alza). Fortunato. Mi avvicino, Ghennàdij Demjànic (si alza). Sfortunato. L’ho rotta ormai col teatro, fratello Arkadij, — e già mi dispiace. Come recitavo ! Dio mio, come recitavo! Fortunato, (timidamente). Molto bene? Sfortunato. Tanto bene che..... Ma a che discorrere con te! Cosa capisci tu! L’ultima volta ho recitato a Lebedian la parte di Belisario; assisteva Ri-bakòv in persona. Finisco l’ultima scena, rientro fra le quinte, Ribakòv era lì. Mi posò la mano sulla