Atto terzo 69 Scena nona GuRMyzsKAjA, Sfortunato, Bulànov Bulànov. Voi fate i giuochi di prestigio in modo incomparabile. Com’ è che avete voi il nove... Sfortunato. Una voltata, fratello, e... Bulànov. Insegnatemi a fare le voltate! Sfortunato. Perchè? Bulànov. Vedete, qui nei dintorni abbiamo dei ricchi proprietari... qualche volta si giuoca a carte... che interesse ho a perdere? io sono un uomo povero. Sfortunato. Ma tu, amico, sei proprio un giovanotto in gamba. Gurm. (scendendo dalla terrazza). Figurati, Alessio, che ho venduto a Ivàn Petrov il bosco per tre mila rubli e non ne ho ricevuti che due mila. Bulànov. In che modo? Gurm. È colpa mia: gli ho dato anticipatamente la ricevuta, col saldo, ed egli mi ha dato soltanto duemila rubli. Sfortunato, (minaccioso). Ah, maledizione ! BulÀnov. Perché . vete fatto così? Ah, che peccato ! Sarebbe stato meglio... GURM. Adesso non c’è più niente da fare, amico mio; meno male che me ne ha dati duemila. Sfortunato, (con calore). Come non c’ è niente da fare ? Farlo tornare subito. (Alzando gli occhi al cielo) Che cosa farò di lui ! Dio, che cosa farò di lui !