14 La foresta Gurm. Di parenti prossimi ho solo un parente di mio marito. La nipote spero di sistemarla prima di morire. Il nipote non lo vedo da quindici anni e non ne ho nessuna notizia, ma so che è vivo. Spero che nessuno mi potrà impedire di nominarlo mio unico erede. Milònov. Suppongo. BodàjEV. Ma non c’è da discutere! Gurm. Vi ringrazio. Anch’ io pensavo così. Egli non mi dimentica, ogni anno mi manda dei regali, ma lettere non me ne scrive. Dove sia, non si sa, ed io non posso scrivergli : per di più gli son debitrice. Un debitore di suo padre mi ha pagato un vecchio debito; la somma non è grande, ma essa mi pesa. È come se egli mi si nascondesse; i regali li ho ricevuti tutti da punti diversi della Russia; uno da Arcangelo, un altro da Astrakan, un terzo da Ki-scìnjòv, un altro ancora da Irkutsk. Milònov. Qual’è la sua professione? GURM. Non so. Io l’avevo preparato alla carriera militare. Alla morte del padre egli era un ragazzino di quindici anni, quasi del tutto privo di mezzi. Sebbene anch’io fossi giovane, tuttavia avevo dei concetti solidi intorno alla vita e lo educai secondo il mio metodo. Preferisco un’educazione rigida, semplice, quel che si chiama un’ educazione con pochi soldi ; non per avarizia, no, ma per principio. Io sono convinta che le persone semplici, senza cultura, sono le più felici. BodÀjev. A torto ! Con pochi soldi non si compra niente di buono. Tanto meno la felicità.